Francesco De Matteis in mostra al Must

Francesco De Matteis (1852-1917), la prima mostra in sede scientifica dedicata allo scultore leccese che fece grande fortuna a Napoli.

Organizzata dal Must in collaborazione con il Laboratorio Territorio, Arti Visive e Storia dell’arte Contemporanea (TASC) del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, la mostra – curata dalla direttrice del Must Claudia Branca e dal responsabile scientifico del Tasc Massimo Guastella (responsabile scientifico anche del catalogo) – potrà essere visitata fino al 13 settembre.

Il progetto espositivo – che si compone di 52 opere che comprendono prevalentemente sculture in bronzo o terracotta e un paio di bozzetti – mira a inquadrare dialetticamente la produzione di De Matteis nell’ambito dei comuni linguaggi e delle poetiche espresse nel vasto panorama della cultura artistica verista contemporanea.

Francesco De Matteis nacque a Lecce il 25 febbraio 1852, e dopo i primi rudimenti nelle botteghe leccesi (presso il laboratorio della cartapesta di Achille De Lucrezi) avviò i suoi studi a Napoli, frequentando l’Istituto di Belle Arti, dove si stabilì inserendosi in quel cenacolo artistico che era solito riunirsi tra l’antico Caffè d’Europa e il Gambrinus. Soggiornò brevemente anche a Parigi, per fare ritorno nella città partenopea. Non amava l’arte monumentale e la statuaria di grande formato, prediligendo un filone narrativo paesano e bozzettistico. Le sue vivaci operine erano singole figure o gruppi suggeriti da spunti e personaggi colti tra i vicoli napoletani: scugnizzi che giocano, bande di musici di varie composizioni (Piedigrotta) e suonatori di chitarra o mandolino, venditori, acquaiole, pagliacci e attrazioni circensi o toreri vagheggiati, oggi presenti in raccolte pubbliche (nel territorio salentino: Must e Museo Castromediano di Lecce, Pinacoteca Giannelli a Parabita) e private italiane.

La sua produzione si caratterizza per una personale cifra stilistica, espressa in terrecotte e bronzetti, già al suo tempo contesa da amatori, collezionisti e mercanti d’arte. Fece ritorno per un breve periodo a Lecce, dedicandosi nella città d’origine all’attività decorativa, svolta nei palazzi Carrozzini e Garzya–Famularo, e alla realizzazione del busto di Gioacchino Toma che fu inaugurato nel 1898. Minato dall’inconsolabile dolore per la perdita dell’unica figlia, si sottrasse alla vita pubblica nell’ultimo ventennio della sua vita. Morì a Napoli nel 1917.

La prima nota critica su De Matteis la compilò Enrico Giannelli che, nel suo volume “Artisti napoletani viventi” (1916), riservò all’artista salentino un breve profilo biografico e artistico, sulla sua formazione, sulla partecipazione alle pubbliche esposizioni, con le commissioni e un primo elenco della produzione scultorea. Così scriveva Giannelli :«Le sue piccole figure, i suoi gruppetti deliziosi, riproducenti quasi tutti costumi napoletani, avevano una caratteristica speciale, erano riconosciuti anche da lontano, a prima vista, senza bisogno di dare uno sguardo alla firma».

13 Maggio - 13 settembre 2022

Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 21
ticket d'ingresso: 5,50 intero, 3,50 ridotto


Francesco De Matteis at the MUST

Francesco De Matteis (1852-1917), the first scientific exhibition dedicated to the sculptor from Lecce who was successful in Naples.

The exhibition is the outcome of the collaboration between the MUST and the Laboratorio Territorio, Arti Visive e Storia dell’arte Contemporanea (TASC) of the Dipartimento di Beni Culturali, University of Salento. The exhibition, open until the 13th of September, was curated by the Must director Claudia Branca and the TASC scientific supervisor Massimo Guastella (who is also responsible for the catalog).

The exhibiting project consists of 52 works among bronze or terracotta sculptures and a few sketches. It aims at dialectically understanding De Matteis’ production within the framework of the common languages and poetics typical of the contemporary Verism school.

Francesco De Matteis was born in Lecce on the 25th of February 1852, and right after his first steps in the workshops in Lecce, like Achille De Lucrezi’s papier-mâché workshop, he went to Naples for his studies at the Academy of Fine Arts, where he became part of the artistic circle whose meeting spot used to be between the ancient Caffè d’Europa and the Caffè Gambrinus. He stayed in Paris too, heading back to Naples after a short period. He was not a fan of monumental art or huge sculptures, preferring a more townish kind of style. His pieces usually were single figures or groups which were inspired by real people who could be found in the Neapolitan alleys: children playing, marching bands (Piedigrotta) and guitar or mandolin players, sellers, water carriers, fools and circuses or bullfighters, now displayed in private and public collections (in the Salento area: Must and Museo Castromediano of Lecce, Pinacoteca Giannelli in Parabita).

His artistic production is characterized by a personal stylistic signature among terracotta and bronze, which has always been a point of contention among enthusiasts, collectors and art dealers. For a short period of time, he went back to Lecce, dedicating himself to decorative activity in the Carrozzini and Garzya-Famularo palaces, and to the production of Gioacchino Toma’s bust, which was displayed in 1898. He retired from public life during the last two decades of his life, after his only child’s death. He died in 1917 in Naples.

De Matteis’ first critic was Enrico Giannelli who, in his work “Artisti napoletani viventi” (1916), wrote a short biographic and artistic profile on De Mattei, on his education, on his involvement in several public exhibitions, and a first list of his sculpture production. Giannelli said: «His small figures, his charming groups of almost every Neapolitan costum, had something peculiar, you could tell them apart at a glance, there was no need to check out the signature».

13th May – 13th September 2022

From Tuesday to Sunday 10 a.m. – 9 p.m.
Tickets: € 5.50 adults, € 3.50 children